Finalmente è iniziato il weekend! Una lunga settimana lavorativa, o di studio, si è conclusa e l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è rilassarci, incontrarci con gli amici e farci due chiacchere. Cosa c’è di meglio se non andare al tuo bar di fiducia e chiacchierare facendosi un ricco aperitivo? Ovviamente, sorseggiando lui: lo spritz!
Per chi vuole andare oltre i classici “spritz all’Aperol” e “spritz al Campari”, quello che alla maggior parte di noi viene in mente nell’esatto momento in cui si pronuncia la parola “spritz”, c’è tutto un mondo da scoprire. Tuttavia, prima di aprire la porta che ci proietterà in questo universo fantastico, ci permettiamo una breve digressione sulle origini di questa bevanda e sui modi di berlo nella regione (il Veneto) di quello che è diventato il Re dell’aperitivo italiano.
Le origini dello SpritzLo “spritz” comparve nell’ottocento nel Veneto sotto la dominazione dell’impero asburgico. Si racconta che i soldati, abituati alla birra, trovassero i vini locali troppo forti, e li “spruzzavano” con acqua gassata. Infatti, il nome “spritz” deriva dal verbo tedesco “spritzen”, la cui traduzione è proprio “spruzzare”. Oggi nel Triveneto viene consumato quasi più dell’acqua e i veneti ne rivendicano gelosamente la paternità, nonché di essere i custodi della vera ricetta. Mischiare l’acqua al vino è un sacrilegio, ma l’inquisizione alcolica concede uno strappo alla regola per lo Spritz.
Agli inizi del XX secolo si iniziò ad utilizzare l’acqua di Seltz come alternativa all’acqua gassata e negli anni Venti si iniziò ad aggiungere bitter o amari a questa bevanda. Il consumo di questa nuova variante dello spritz era dapprima diffuso in Veneto, e soprattutto nelle provincie di Venezia e Padova, poi iniziò a essere conosciuto in altre parti del Nord Italia, e progressivamente si espanse in tutto il territorio nazionale e fuori dai confini. Nel 1986 lo spritz è stato inserito nell’elenco dell’IBA (International Bartenders Association), la cui ricetta prevede: 9 cl di prosecco, 6 cl di Aperol e soda o seltz a piacere. Di solito, la guarnizione prevede una fetta di arancia e/o un’oliva.
E oltre il triveneto?
Paese che vai, Spritz che trovi. Infatti, si trovano molte ricette simili a quella classica e quasi altrettanto antiche, come quella tipica lombarda che prevede l’utilizzo del bitter Campari in sostituzione dell’Aperol. La ricetta originale, che prevede vino bianco fermo al posto del prosecco, è ancora diffusa in molte parti dell’Italia settentrionale.
Da friulana, vi posso assicurare che nella mia regione si usa ancora bere lo spritz alla vecchia maniera, ossia vino bianco (o anche rosso!) allungato con acqua frizzante ed eventualmente guarnito con limone. Ricordo ancora quando, durante la mia prima esperienza lavorativa in bar, dei clienti “non indigeni” mi chiesero una caraffa di Spritz ed io, non facendo troppo caso al loro marcato accento milanese, portai loro, fiera, una caraffa di spritz bianco (ovviamente con ghiaccio e limone)… Ricordo ancora la loro espressione spaesata e molto perplessa (Ops!).
Le varianti “classiche”
Basta chiacchiere, è giunto il momento di scoprire nuove e fantasiose varianti tutte da provare!
Iniziamo con le varianti classiche, quelle che più si avvicinano all’originale spritz Aperol, e che sono radicate in alcuni territori da decenni.
• Il
Pirlo, diffuso largamente nel bresciano, composto da vino bianco fermo, bitter Campari e acqua gassata, guarnito con una fetta di arancia.
Ciò che si ottiene è una variante più amarognola e audace, infatti, il bitter Campari è più alcolico e amaro rispetto all’Aperol.
• In Valtellina si usa sostituire l’Aperol con il
Braulio, un amaro del luogo composto da varie piante aromatiche, come ad esempio l’assenzio, l’achillea, il ginepro e la genziana.
Si ottiene così uno spritz più aromatico e amarognolo, perfetto per chi predilige questi sapori.
• Nel 1920 nacque il
Select, il bitter veneziano per eccellenza usato ancora oggi come ingrediente base per lo spritz a Venezia, miscelato con vino bianco fermo e acqua frizzante.
Il Select è un bitter più intenso e complesso dell’Aperol: infatti, le note dolci agrumate si fondono con quelle amare di radici e cortecce. Sicuramente, una variante da provare.
• Sempre a Venezia (e nei dintorni) è possibile provare lo
Spritz al Cynar, gradevole e diverso, non troppo amaro. Una variante moltoo apprezzata dai miei amici ultra-settantenni.
Qualche variante innovativa
Scopriamo ora altre varianti, più fantasiose, stravaganti e per tutti i gusti!
• Inizierei dallo spritz
Hugo, diffuso soprattutto nel Triveneto, a base di prosecco, sciroppo ai fiori di sambuco e acqua frizzante
È possibile anche utilizzare il liquore ai fiori di sambuco in sostituzione allo sciroppo, per ottenere una variante più alcolica.
La guarnizione prevede solitamente un ciuffo di menta e una fetta di lime, ma nulla vieta di dar sfogo alla propria fantasia: una fetta di mela, qualche bacca di ribes o dei frutti di bosco, perfetti per dare colore.
Lo spritz Hugo è adatto per chi non ama il sapore amarognolo del bitter, ma preferisce i gusti più dolci; inoltre, avendo solamente il prosecco come componente alcolica, è una variante leggera, poco impegnativa, ma molto gustosa.
• L’
Himbeer-Hugo è una variante dello spritz Hugo, composta da prosecco, acqua gassata e liquore ai fiori di sambuco e lamponi; infatti, “Himbeer” è il sostantivo tedesco di “lampone”.
L’Himbeer-Hugo è ottimo guarnito con lamponi, un ciuffo di menta e una fetta di lime.
Questo spritz è perfetto per chi predilige i sapori dolci e fruttati. Infatti, a differenza del classico Hugo, l’Himbeer possiede note fruttate più marcate.
• Lo spritz alla
rosa, di cui propongo qui due varianti:
La prima, prevede l’utilizzo del
Rosen bitter, ossia un bitter alla rosa alpina prodotto sulle Alpi orientali. Questa variante permette di ottenere uno spritz simile a quello classico, in cui le note amare del bitter si fondono però con una spiccata nota floreale.
Lo spritz Rosen è perfetto per chi vuole provare qualcosa di nuovo che non si allontani troppo però dal classico spritz.
La seconda variante è quella che prevede l’utilizzo di un
liquore alla
rosa, ottenendo così uno spritz dalle note più floreali e dolci rispetto allo spritz Rosen.
Non è per tutti, in quanto il sapore della rosa è molto peculiare e accentuato, per questo consiglio di non aggiungere la dose di liquore equivalente a quella di Aperol, ma un po’ meno, per evitare che il sapore della rosa sovrasti nettamente quella del prosecco e risulti stucchevole.
Nonostante sia un cocktail piuttosto leggero, non può mancare anche la sua versione analcolica: basta che non raccontate a mio nonno che ve ne ho parlato, perché non capirebbe. La ricetta dello spritz analcolico può essere preparata in diversi modi. Quella più usata miscela due parti di succo d’arancia, una parte di bitter analcolico e una di soda, e serve il tutto con ghiaccio e una fetta di arancia.
De gustibus…È chiaro poi che le varianti dello spritz sono infinite e si può dar sfogo alla fantasia utilizzando molti altri sciroppi, liquori, bitter, amari, vermouth tipici di un luogo. Ho recentemente assaggiato (e trovato ottimo) lo spritz con liquore alla
lavanda, unico nel suo genere e molto aromatico. Ho trovato interessante anche lo spritz con il liquore allo
zenzero, leggermente piccante.
Infine, ottimi per l’estate sono gli spritz a base di frutta fresca di stagione frullata al momento: una sorta di Rossini e Bellini, per intenderci.
In questo caso, la fantasia e il gusto personale sono la parola d’ordine: una mia amica ad esempio oramai, da giugno a settembre, non beve altro che spritz al
frutto della passione, a cui si può aggiungere, oltre al frutto fresco, anche la Passoã, un liquore al passion fruit per dare un sapore più deciso.
Ma perché non un ottimo spritz con le
fragole? E se vi dicessi che è vaidissimo anche quello con
pompelmo e
basilico? Certo, forse ci stiamo allontanando molto dall’originale, ma nulla ci vieta di uscire dagli schemi e sperimentare sempre nuove ricette, in cui la passione, la fantasia e la qualità della materia prima sono gli ingredienti fondamentali.
Attenti però a non farvi prendere troppo dall’entusiasmo e fare come quel turista tedesco che mi chiese uno spritz con l’Aperol e la birra alla spina… Anche se forse non era poi così male, perché se ne è bevuti addirittura cinque!