"Togli farina netta, bianca, e distempera con ova e fermento uno poco: mettivi zaffarano, e poi metti a cocere con lardo disfatto; da poi mettivi su zuccaro o mele, e mangia."
Una ricca raccolta di antiche ricette di un manoscritto del Trecento. Il volume è una riscrittura a cura di Francesco Zambrini e pubblicata a Bologna nel 1863. Fino ad allora, nessun libro simile, scritto in volgare nel XIV secolo, è stato mai messo a disposizione pubblicamente.
Nel testo sono menzionate numerose ricette, da quelle con le verdure alle carni, dai brodi alle preparazioni di pesce.
Alcune ricette non si discostano molto da quelle moderne. Altre invece erano completamente sconosciute già nel 1800 e grazie a Zambrini ne portiamo alla luce qualcuna.
Brodo appollocatoSi tratta di una sorta di brodo di cappone al quale si aggiungono uova sbattute e farina a fine cottura, lasciandolo poi bollire con tutti gli ingredienti per pochi minuti.
Limonìa di polliIl nome della ricetta lascia poco spazio all'immaginazione. Tuttavia, la preparazione prevede che il pollo venga fritto nel lardo con le cipolle. Successivamente si aggiunge del brodo di maiale e, poco prima di servire, si aggiunge il succo di limone.
CaldumeFrattaglie di vacca soffritte nel lardo e messe in un brodo fatto con pollo ripieno di tuorlo d'uova, mollica di pane e spezie. Il nome della ricetta deriva proprio dalla parola
caldumi, usata nel Trecento per indicare i "budelli crudi di vacca"
Curiosi di scoprire altre ricette del Trecento contenute nel libro?
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