“La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.”
Non poteva mancare nella nostra Biblioteca un classico della letteratura gastronomica. Il nome di Pellegrino Artusi è spesso noto anche a chi non è del settore. Questo perché l’autore è riuscito a esporre il tema in maniera tale da renderlo appassionante, piacevole e slegato dalla mera pratica. Artusi riesce a mostrare il cibo come qualcosa di universale e che accomuna tutti, non solo gli “addetti ai lavori”.
Eppure, l’opera non ebbe rapida diffusione. Inizialmente autoprodotto, solo grazie all’aiuto del grande amico Olindo Guerrini, l’autore romagnolo riuscì a dare alle stampe la sua opera.
Ciò che differenzia i semplici ricettari dal testo dell’Artusi risiede in molti dettagli: il linguaggio utilizzato ad esempio, che è tipico del romanzo, scorrevole e appassionante. Le ricette e gli ingredienti sono arricchiti da cenni autobiografici: aneddoti di vita vissuta in cui Artusi assaggia il piatto che sta per presentare nel libro, o stralci di conversazioni avute con cuochi sulle pietanze esposte.
In questa sorta di
pot-pourri narrativo si susseguono quasi 800 ricette. Da leggere tutta d’un fiato, permette anche di osservare le evoluzioni di piatti che sono ancor oggi preparati, a volte con procedimenti e ingredienti diversi, ma che dal passato prendono origine.
Ne consigliamo la lettura anche perché “il mangiar bene” (che compone il titolo) è qualcosa che ci unisce universalmente ed è ciò su cui sempre farà perno la gastronomia.
Buona lettura!
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